Notizie dagli istitutiFondazione Giuseppe Di VagnoCosa c’è alle origini dei fascismi? 
La risposta in un convegno organizzato per il Centenario della morte di Giuseppe Di Vagno

Cosa c’è alle origini dei fascismi? 
La risposta in un convegno organizzato per il Centenario della morte di Giuseppe Di Vagno

Venerdì 6 maggio 2022, ore 17.00 – Sala Igea, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani – Piazza della Enciclopedia Italiana, 4 – Roma

Si intitola “Il primo dopoguerra in Italia e in Europa: alle origini dei fascismi” il convegno organizzato a Roma, per il prossimo venerdì 6 maggio, alle 17.00, nella Sala Igea dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani in Piazza della Enciclopedia Italiana 4.

Un evento organizzato nell’ambito del programma per il Centenario dell’assassinio del giovane deputato socialista Giuseppe Di Vagno (1889-1921), il primo parlamentare italiano vittima della violenza del fascismo, colpito a morte a Mola di Bari il 25 settembre del 1921. 

L’appuntamento rientra nel programma messo a punto dalla Fondazione Di Vagno e dal “Comitato nazionale per il Centenario”, presieduto dall’avvocato prof. Franco Gallo, presidente emerito della Corte Costituzionale e presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, istituito con decreto del Ministro della Cultura e promosso assieme al Presidente della Regione e ai Sindaci di Città metropolitana, Conversano e Mola di Bari, con l’adesione del mondo democratico e antifascista di tutt’Italia. 

Venerdì 6 maggio, dopo i saluti introduttivi del presidente del Comitato, avv. prof. Franco Gallo, interverranno: il prof. Maurizio degl’Innocenti presidente della Fondazione di studi storici “Filippo Turati” di Firenze su “Insorgenza sociale e mobilità politica nel dopoguerra”, il prof. Matteo Millan docente di storia contemporanea all’Università di Padova con un intervento intitolato “Violenza politica e mobilitazione armata in Italia e in Europa: uno sguardo di lungo periodo”. Concluderà il convegno il prof. Leonardo Rapone docente di storia contemporanea dell’Università della Tuscia – Viterbo, con la relazione su “Squadrismo urbano e squadrismo rurale: il delitto Di Vagno”. 

Al convegno è stato invitato a partecipare anche il Ministro Dario Franceschini.

Il programma del Centenario si svolge con il coordinamento scientifico della professoressa Simona Colarizi, emerito dell’Università “La Sapienza” di Roma, con manifestazioni tra Bari, Roma, Fratta Polesine, Milano, Vienna, naturalmente Conversano, Mola di Bari e altre città della Puglia.

Tutti gli appuntamenti sono organizzati in collaborazione con le Istituzioni e le Fondazioni che rimandano alla medesima tradizione e dunque Casa Museo e Fondazione Matteotti, Fondazione Nenni, Istituto per la Resistenza – Istituto Parri di Milano e la sua rete, ANPI, IPSAIC e altri ancora. Tutti con un’attenzione particolare alle nuove generazioni visto anche l’Accordo di Rete sottoscritto fra gli istituti scolastici pugliesi (capofila della Rete è proprio il Liceo “Simone – Morea” di Conversano), perché a cento anni dall’assassinio appare necessario aggiornare il bilancio degli studi nazionali e internazionali sulle origini del fascismo, con una proiezione nella contemporaneità rendendo le celebrazioni del Centenario patrimonio condiviso e non operazione di parte. 

<<Il convegno che si svolgerà a Roma venerdì 6 maggio rientra nello spirito che abbiamo voluto assegnare al programma di questo Centenario – ha affermato Gianvito Mastroleo, presidente della Fondazione “Giuseppe Di Vagno (1889-1921)” – Non una ripetizione rievocativa, meramente celebrativa, che rischia di sfociare nella retorica della figura di Giuseppe Di Vagno, ma una rivisitazione del periodo storico nel quale questo evento si collocò, gli anni dell’inizio del fascismo tra il 1920 e il 1922 fino alla marcia su Roma, e l’analisi delle cause politiche che determinarono l’assassinio di Di Vagno. Si è sempre raccontato che responsabile di questo evento fu il fascismo agrario per impedire il patto di pacificazione, ma recenti e più aggiornate ricerche stanno dimostrando che Di Vagno, leader del socialismo barese e leader emergente del socialismo pugliese, era osteggiato anche dal fascismo urbano, soprattutto nella città di Bari, per le implicazioni che il fascismo urbano aveva con i centri di potere economici e politici che governavano la città. L’appuntamento di Roma – ha concluso Mastroleo – è un ulteriore passo avanti verso l’analisi storiografica del periodo. Tutto sta dimostrando, come del resto era già chiaro all’indomani dell’assassinio, che il localismo non c’entra per nulla, e che le ragioni per le quali Di Vagno fu oggetto di questo criminale omicidio erano esclusivamente di natura politica perché Di Vagno era, in Terra di Bari in particolare, il vero ostacolo all’avanzata del fascismo>>. 

 

Ufficio stampa “Centenario Giuseppe Di Vagno”:

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