Martedì 16 aprile alle ore 18 a Roma presso la sala conferenze della Fondazione Basso in via della Dogana Vecchia, 5
verrà presentato il libro di Alberto Manzi
La luna nelle baracche
ne parleranno
Il libro sarà in vendita in occasione della presentazione
Evento disponibile anche sul canale YouTube della Fondazione Basso
Pubblicato la prima volta nel 1974 e mai più ristampato, La luna nelle baracche è il primo romanzo di un ciclo sudamericano in cui Alberto Manzi rielaborò narrativamente situazioni e personaggi incontrati nella sua esperienza – durata molti anni – di volontario tra i campesinos e gli indios del Sud America.
Qui Pedro, indio e bastardo, è il più forte e instancabile contadino del villaggio. Sa leggere e scrivere, ma secondo alcuni pensa e parla troppo. Le sue parole fanno vedere cose nuove, coraggiose, e rivendica per i suoi compagni quel tanto di alfabetizzazione che basterebbe per potersi iscrivere al sindacato e riuscire a difendere i propri diritti. Pedro diviene così il simbolo della resistenza di un popolo che vive in condizioni disumane, privato dei diritti fondamentali, sfruttato da proprietari terrieri che ricorrono sistematicamente alla violenza sugli uomini, sui ragazzi. Un popolo in cui i bambini nascono già segnati, dove le donne, le madri sono ancora più impotenti perché costrette al fuoco, al pozzo, alla cucina, all’infermeria, ai riti superstiziosi. Dove non c’è speranza di ribellarsi al padrone.
Alberto Manzi (1924-1997), maestro e pedagogista, autore di Orzowei e di innumerevoli pubblicazioni per adulti e ragazzi, diviene famoso negli anni Sessanta con il programma televisivo Non è mai troppo tardi, ideato dalla Rai per contrastare l’analfabetismo. Alla metà degli anni Cinquanta si era recato per la prima volta in America Latina per studiare le formiche della foresta amazzonica. Lì aveva scoperto la condizione dei contadini analfabeti, sfruttati, poveri e privi di diritti. E per molte estati, nel corso di vent’anni, si era recato in quei luoghi per fare scuola.