Gli effetti negativi di decisioni affrettate sul salario minimo, di Giuliano Cazzola
Quanti, tra i lettori del Bollettino ADAPT, hanno avuto la pazienza e la cortesia di seguire questa rubrica avranno notato che l’autore nutre parecchie perplessità (strada facendo si sono trasformate in criticità soprattutto alla luce del recente progetto di legge/Pdl delle opposizioni) sull’introduzione di un salario minimo legale orario a valere per tutti i lavoratori.
Dovrei compiacermi, dunque, del fatto che la proposta non è riuscita a stare in ballo neppure per l’estate, visto che l’emendamento soppressivo, presentato dalla maggioranza al testo base in discussione in Commissione Lavoro alla Camera, ne determinerà la caduta dopo un breve tragitto di strada. Ma da osservatore del dibattito in materia di lavoro, credo che i partiti presentatori del Pdl abbiano commesso clamorosi errori ed abbiano quindi una significativa parte di responsabilità nell’aver collocato la questione del salario minimo su di un binario morto.
Ricapitoliamo quanto accaduto nel corso delle due settimane che intercorrono tra la nascita e la morte prematura del progetto di legge.
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