Fondazione ILMC

La Fondazione Istituto di Letteratura Musicale Concentrazionaria (ILMC), iscritta nel Registro delle Persone Giuridiche presso la Prefettura di Barletta-Andria-Trani, è un’istituzione privata senza scopo di lucro costituita a Barletta nel 2014 dal pianista, compositore, direttore d’orchestra e musicologo Francesco Lotoro (Presidente), dalla moglie Grazia Tiritiello (Vice Presidente) e dai soci Paolo Candido e Daniele Barchetta, con lo scopo di raccogliere, archiviare, studiare e diffondere la produzione musicale concentrazionaria di tutto il mondo, ovvero l’intero corpus musicale prodotto in internamento, cattività e deportazione in tutti i campi di qualsiasi tipologia, civile e militare, dal 1933 (apertura del lager nazista di Dachau) al 1953 (morte di Stalin e e graduale liberazione degli ultimi prigionieri di guerra detenuti nei Gulag sovietici). Oltre a questo obiettivo primario la Fondazione svolge anche attività di ricerca, studio e divulgazione della letteratura musicale ebraica nonché delle opere di musicisti italiani poco conosciuti o non adeguatamente valorizzati dalla letteratura musicale. Tra i soci che hanno aderito alla Fondazione dopo la sua costituzione figura anche l’UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane).

La Fondazione ILMC opera in continuità ideale e materiale con l’ultratrentennale lavoro di ricerca svolto in tutto il mondo dal Presidente Lotoro presso memoriali, musei, archivi, biblioteche, fondi musicali, collezioni private, sopravvissuti ai campi di concentramento o loro eredi, detentori di quella letteratura musicale creata in cattività il cui recupero e la cui restituzione all’Umanità costituiscono lo scopo primario della Fondazione. Una incommensurabile eredità artistica e umana che sarà il cuore della Cittadella della Musica Concentrazionaria, il più grande hub al mondo dedicato alla musica prodotta nei Campi che sorgerà a Barletta grazie al recupero dell’Ex Distilleria, una vasta area con strutture di archeologia industriale; un luogo dove il progetto culturale di Francesco Lotoro, diventa tesoro artistico, culturale e spirituale del mondo, storia di tutti.

La Fondazione ILMC – avvalendosi di autorevoli partnership scientifiche e artistiche – si è assunta il compito di prendersi cura di questo patrimonio provvedendo alla conservazione, trascrizione, digitalizzazione, esecuzione e registrazione delle migliaia di partiture musicali che – pagine ingiustamente strappate dal libro della Storia collettiva – sono rimaste sottratte per oltre 70 anni alla pubblica conoscenza e fruizione. Grazie a Francesco Lotoro e alla Fondazione ILMC, questa musica ha varcato il confine di filo spinato dei Campi, rivelando un multiforme universo di sentimenti e di emozioni, così come di grandi talenti e capolavori, finalmente a disposizione della generazione presente e di quelle future. La fase propedeutica di questo processo di ”liberazione” della musica concentrazionaria che trova il suo compimento con la pubblica esecuzione e fruizione di questo patrimonio musicale, raggiungerà il suo culmine con la pubblicazione del Thesaurus Musicae Concentrationariae, una Enciclopedia in 12 volumi e 2 DVD dedicati alla produzione musicale nei Campi di prigionia, internamento, transito, concentramento, sterminio, lavori forzati, penitenziari militari, Stalag e Oflag, POW Camps e Gulag aperti dal ’33 al ’53 in Europa, Africa coloniale, Asia, Australia, USA, Canada e America Latina. 

Per il lavoro svolto finora – oggetto di libri e documentari nazionali e internazionali – il presidente Lotoro è stato insignito nel 2013 dal Ministero della Cultura francese del titolo di Chevalier de l’Ordre des Arts et Lettres, seguito nel 2014 dal titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana conferito dal presidente Sergio Mattarella e, nel 2020, dalla Medal of Valor conferita dal Simon Wiesenthal Center di Los Angeles “per aver dedicato la propria carriera alla ricerca, alla conservazione e all’esecuzione della musica di musicisti ebrei composta in prigionia durante l’Olocausto”.

“La musica prodotta in cattività, dal primo Lager all’ultimo Gulag, annichilisce le ideologie totalitarie, cementa ideali e ci introduce a tempi migliori. Il musicista non mette in musica il Lager né eleva la deportazione a elemento poetico; egli piuttosto distrugge ideologicamente il Campo attraverso la musica. Il musicista deportato aspirò infatti a far crollare le mura di cinta del Campo cantando, suonando e scrivendo musica”.

Rendering della Cittadella della Musica Concentrazionaria, futura nuova sede della Fondazione e del suo Archivio

Sede: Via V. Marone 38/C - Barletta
Tel: 347.7517282
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