Istituto Ernesto De Martino
L’Istituto Ernesto de Martino è stato fondato a Milano nel 1966 da Gianni Bosio (storico e organizzatore di cultura) con la collaborazione dell’antropologo Alberto Mario Cirese, per conservare e valorizzare i materiali di ricerca raccolti nell’ambito delle attività del Nuovo Canzoniere Italiano, delle Edizioni Avanti! e delle Edizioni del Gallo.
Tali preziosi materiali sulle culture orali tradizionali e sulle forme espressive della conflittualità sociale del dopoguerra sono confluite negli spettacoli del Nuovo Canzoniere Italiano (alcuni molto celebri come “Bella Ciao” al Festival di Spoleto del 1964 e “Ci ragiono e canto” del 1966 con la regia di Dario Fo su canti raccolti da Cesare Bermani e Franco Coggiola) e nelle collane tematiche dell’etichetta discografica “I Dischi del Sole”. Grazie agli spettacoli, all’editoria discografica e all’attività di ricerca sul campo, sono attratte nell’orbita dell’Istituto molte personalità di spicco del panorama culturale italiano, tra cui Giovanni Pirelli, Cesare Bermani, Dario Fo, Caterina Bueno, Giovanna Marini, Paolo Pietrangeli, Ivan Della Mea, Alessandro Portelli, Gualtiero Bertelli, Luciano Della Mea, Sergio Liberovici, Fausto Amodei, Michele L. Straniero.
Nel 1972 con un atto notarile si formalizza la sua autonomia giuridica sotto forma di Associazione culturale. L’obiettivo dell’Istituto è lo studio della cultura delle classi popolari attraverso le fonti orali e audiovisive e il campo delle sue attività spazia dalla ricerca storico-antropologica alla produzione di libri, dischi e spettacoli.
Questa produzione subisce un brusco arresto nel 1980; l’Istituto viene affidato alle cure di Franco Coggiola con l’unico obiettivo di restare in vita e di resistere agli aumenti degli affitti, all’ingiunzione di sfratto, all’impossibilità di trovare una nuova collocazione milanese. Poi, l’offerta del Comune di Sesto Fiorentino (1989) e infine il trasloco (1995).
Dal 1996 l’Istituto ha sede in Toscana, a Sesto Fiorentino, nei locali di Villa San Lorenzo, e ha aperto alla libera fruizione i suoi materiali di archivio. Oggi conta oltre 200 soci ed è un punto di incontro fra studiosi, artisti e attivisti politici da tutta Italia e dall’estero. L’Istituto collabora con Università italiane e straniere e con Enti pubblici locali e nazionali, organizza seminari e convegni, stage con le scuole e sopratutto iniziative pubbliche di valorizzazione della cultura e della musica popolare, attraverso la rassegna InCanto, la rivista scientifica “Il de Martino” e altre numerose collaborazioni editoriali e discografiche.
La nastroteca dell’Istituto Ernesto de Marino è la più rilevante raccolta di fonti sonore per la storia orale, l’antropologia culturale, l’etnomusicologia e la storia del movimento operaio e sindacale conservata in Italia da un’istituzione privata, nonché una delle più importanti in Europa. Raccoglie più di 7.000 documenti sonori – in parte frutto di ricerche promosse, finanziate ed effettuate dall’Istituto stesso, in parte versati o depositati da privati, in parte dai ricercatori e dai gruppi di ricerca che si riconoscono nell’attività dell’Istituto – contenenti registrazioni “sul campo”, dal vivo, per un totale complessivo di circa 15.000 ore di registrazione, di cui quasi la metà attinenti l’espressività musicale del mondo contadino (canti popolari tradizionali in lingua e in dialetto, canti sociali, canti di lavoro, canti religiosi e canti della protesta sociale e politica; rappresentazioni popolari, danze, riti, autobiografie, testimonianze e ricordi sui momenti più significativi della storia del movimento operaio italiano, manifestazioni sindacali e politiche, ecc.). Le registrazioni sono state effettuate in tutte le regioni italiane, in particolare in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna; di rilievo sono i nastri della Sezione Internazionale dedicata ai movimenti di liberazione dal colonialismo e quelli registrati a Parigi nel ‘68.
L’archivio storico dell’Istituto de Martino, ordinato e inventariato per gli anni dal 1953 al 1980 e notificato dalla Sovrintendenza Archivistica della Regione Toscana come archivio di notevole interesse storico, comprende il Fondo Gianni Bosio, il Fondo Edizioni Avanti! – Edizioni del Gallo, il Fondo Nuovo Canzoniere Italiano e il Fondo Istituto Ernesto de Martino. La vasta attività editoriale e discografica dell’Istituto ha generato un rilevante patrimonio di corrispondenza e molti carteggi con figure importanti della politica e della cultura italiana (Pietro Nenni, Raniero Panzieri, Gaetano Arfè, Luciano Della Mea, Vittorio Foa, Lelio Basso, Sandro Pertini, Lucio Libertini, Carlo Levi, Primo Levi, Eugenio Scalfari, Ferruccio Parri, Emilio e Joyce Lussu, Franco Fortini, Elio Vittorini, Giulio Trevisani, Ignazio Buttitta, Pier Paolo Pasolini, Danilo Montaldi, Luciano Bianciardi, Diego Carpitella, Giovanni Pirelli, Alberto Maria Cirese) e della politica internazionale (Agostino Neto, Ernesto “Che” Guevara).
L’Istituto possiede inoltre materiali fotografici, su carta, ancora non ordinati. L’archivio sonoro è affiancato da una videoteca, una raccolta di manifesti e una biblioteca specializzata composta da oltre cinquemila tra volumi e opuscoli e da circa duecento periodici, con catalogo on line inserito all’interno dello SDIAF (Sistema Documentario Integrato dell’Area Fiorentina).
L’Istituto de Martino è un’associazione che ha sede in Toscana ma è al tempo stesso un soggetto nazionale e un punto di riferimento per un vasto arcipelago di associazioni e di archivi che operano nel campo delle culture popolari. Tra le più note e rilevanti organizzazioni in collegamento con l’Istituto de Martino e oggi divenute a loro volta dei centri di ricerca e di attivismo culturale, di rilievo nazionale, possiamo annoverare la Lega di Cultura di Piadena (Cr) e il Circolo Gianni Bosio di Roma, la Società Mutuo Soccorso “Ernesto de Martino” di Venezia, la casa editrice Kurumuny di Calimera (Lecce) e gli Archivi della Resistenza Circolo Edoardo Bassignani di Fosdinovo.
Oggi l’Istituto de Martino è impegnato nella difficile sfida della salvaguardia e della trasmissione di un vasto patrimonio di suoni e di memorie alle nuove generazioni ed opera in questa direzione tenendo fede alle istanze di impegno civile e politico formulate nel suo Statuto e attraverso una vasta gamma di azioni, a tutto campo: dal libro al disco, dallo spettacolo musicale al seminario scientifico, dal web alla formazione, fino alla didattica. Tutto ciò è possibile grazie al lavoro volontario e grazie all’attivismo dei suoi organi dirigenti che operano nello sforzo costante di interagire con i soggetti organizzati della società civile e con il mondo delle istituzioni e degli enti locali.
Notizie degli istituti
28 Marzo 2022